Stagione

Teatrale

La Filanda

 

Venerdì

7 ottobre 2022

Auditorium La Filanda

Ore 21.00

CORRADO D'ELIA

Io, Moby Dick

liberamente ispirato a Moby Dick di Herman Melville

Progetto e regia di Corrado D'ELIA

Con: CORRADO D'ELIA

 

 

Uno spettacolo di grande intensità emotiva. Corrado d’Elia, nei panni di un moderno aedo, incanta il pubblico immerso in una scena di grande effetto.

La storia la conosciamo: il Capitano Achab, al comando della baleniera Pequod è alla ricerca di Moby Dick, la terribile, mostruosa balena bianca che anni prima, durante una battuta di caccia, gli ha amputato una gamba, distrutto una nave, mandato a picco il carico e ucciso molti uomini. Achab, accecato dalla sete di vendetta e contro ogni ragione, conduce la nave per mari pericolosi, alla ricerca ossessiva della balena, la quale, nonostante venga più volte ramponata, riesce sempre misteriosamente, quasi diabolicamente, a salvarsi.

Moby Dick è ancor oggi il simbolo riconosciuto del desiderio dell’uomo di conoscere, di andare oltre ma anche della sua piccolezza davanti alle grandi domande.

A metà tra Ulisse e Caronte, Achab invece ben racconta la lotta impari dell’uomo contro la natura, la sfida della ragione contro gli orrori dell’abisso e la battaglia spirituale con sé stesso, sempre alla ricerca, oggi più che mai, di quel miraggio di verità e di grandezza che l’uomo insegue da sempre ma che non potrà mai afferrare a pieno. Uno spettacolo originale e avvincente, un flusso emotivo ed emozionale a cui aderire e lasciarsi andare, come a farsi cullare dalle onde del profondo, immenso, seducente, oceano.


Note di Regia
Torno a Moby Dick come chi torna a sé stesso. Per necessità quindi. E anche per urgenza. Lo spettacolo prende così una veste nuova, un nuovo respiro. E pur conservando la febbre e il furore della precedente edizione del 2017, si arricchisce di toni e di riflessioni più intime, più riflessive. Moby Dick è stato il primo spettacolo saltato per la pandemia. Anche per questo riprenderlo davanti ad un pubblico, accoglie un nuovo senso e una nuova urgenza. Al centro della ricerca c’è sempre lui, il teatro e il nostro lavoro di uomini e di donne di teatro. La nostra vita con le domande che inevitabilmente nascono dopo tanti anni di mestiere, le stesse che Achab rivolge a sé stesso.

Io e Achab, una cosa sola dunque. A ragionare ad alta voce dall’alto della tolda di una nave o di un palcoscenico, poco cambia. Le domande sono esattamente le stesse. Come anche il senso dell’andare e del rinunciare. In nome di un fuoco, di una vocazione che accoglie, ingloba e rivendica ogni cosa che incontra. Tutti noi, quotidianamente, cerchiamo Moby Dick. Alcuni non lo sanno, altri pensano di averla vista. Pochi sono riusciti a guardarla dritto negli occhi. In tanti sono morti senza mai averla mai incrociata. Alla fine, Moby Dick è sì una grande storia mare e una grande storia di teatro. Per questo torno a Moby Dick, per ripartire. (Corrado d’Elia)